Convegno di studi: "La latitudine profonda del teatro"
12/12/2018 dalle 16:00
Dove DAMSLab/Teatro (Piazzetta Pasolini 5b, Bologna)
LA LATIDUTINE PROFONDA DEL TEATRO
a cura di Clemente Tafuri e David Beronio / Teatro Akropolis
con il contributo del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, Direzione Generale Biblioteche e Istituti Culturali
CONVEGNO DI STUDI
Intervengono David Beronio, Marco Colli, Marco De Marinis, Laura Mariani, Gerardo Guccini, Stefano de Matteis, Clemente Tafuri | INGRESSO LIBERO
Nel 1988 si è svolto al Dipartimento di Musica e Spettacolo dell’Università di Bologna il seminario La latitudine profonda del teatro, tenuto da Alessandro Fersen e promosso da Claudio Meldolesi, un vero e proprio dialogo a cui parteciparono anche Franco Ruffini, Roberto Tessari, Renzo Rosso e Maurizio Grande. Fu il momento in cui Fersen ebbe modo di mettere a confronto il proprio percorso di ricerca, legato essenzialmente alle pratiche del mnemodramma, con uno sguardo critico e una prospettiva di studio che fino ad allora non aveva ancora affrontato. Il punto cruciale, che rappresenta lo snodo fondamentale dell’itinerario della sua ricerca, ma al tempo stesso manifesta la necessità di una strategia per una prassi artistica, è quello del rapporto fra la ricerca e la scena. Il 12 dicembre 2018, a trent’anni da quell’evento, il Centro La Soffitta dedica ai temi di quell’incontro un Convegno curato da Clemente Tafuri e David Beronio. I materiali originali della Latitudine profonda del teatro, (ritrovati presso il Fondo Fersen dai curatori del presente incontro di studio) saranno collazionati e pubblicati insieme agli interventi di questo nuovo convegno da Akropolislibri.
«La cosa che più colpisce in Fersen è che, mentre i laboratori cui siamo abituati nascono da ipotesi di lavoro e cercano di rispettare una durata prevista, la sua attività laboratoriale si è sviluppata senza condizionamenti. È come se lo Studio Fersen da trent’anni stesse svolgendo lo stesso progetto, agendo in tutte le direzioni possibili e rifiutandosi di fornire dei risultati definitivi. Ossia sembra che, per Fersen, laboratorio voglia dire lavoro di esplorazione permanente e multipolare nelle condizioni della crisi dell’uomo di teatro: crisi che evidentemente non ha un inizio e una fine» (Claudio Meldolesi, intervento da La latitudine profonda del teatro).